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Revisione dei modelli 231 in seguito all’ampliamento dei reati presupposto

data: 04.02.2021
Area: Compliance e 231

Il D.Lgs. 8 novembre 2021 n. 195, entrato in vigore il 15 dicembre scorso, amplia il novero dei reati presupposto dei delitti di ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio ed impiego di beni o utilità di provenienza illecita, ricomprendendo quindi al suo interno, anche le contravvenzioni (punite con l’arresto superiore nel massimo a un anno o nel minimo a 6 mesi) e, nel caso del riciclaggio e dell’autoriciclaggio, anche i delitti colposi.

Alla luce del nuovo dettato normativo, le società e gli enti sono chiamati, in primo luogo, a verificare l’analisi dei rischi effettuata ai sensi del D.Lgs. 231/2001 e, conseguentemente, a valutare eventuali aggiornamenti del modello organizzativo in vigore e dei controlli in esso contenuti, inserendo tutte le nuove fattispecie criminose nell’elenco dei reati presupposti.

Invero,  l’adozione di un adeguato modello organizzativo 231 consente alle imprese di essere esonerate dalla responsabilità conseguente alla commissione dei reati commessi in loro interesse o vantaggio, da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo delle stesse, nonché da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei suddetti soggetti, qualora forniscano la prova che l’organo dirigente ha adottato, ed efficacemente attuato prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quelli verificatisi.

Revisione dei modelli 231 in seguito all’ampliamento dei reati presupposto

data: 04.02.2021
Area: Compliance e 231

Il D.Lgs. 8 novembre 2021 n. 195, entrato in vigore il 15 dicembre scorso, amplia il novero dei reati presupposto dei delitti di ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio ed impiego di beni o utilità di provenienza illecita, ricomprendendo quindi al suo interno, anche le contravvenzioni (punite con l’arresto superiore nel massimo a un anno o nel minimo a 6 mesi) e, nel caso del riciclaggio e dell’autoriciclaggio, anche i delitti colposi.

Alla luce del nuovo dettato normativo, le società e gli enti sono chiamati, in primo luogo, a verificare l’analisi dei rischi effettuata ai sensi del D.Lgs. 231/2001 e, conseguentemente, a valutare eventuali aggiornamenti del modello organizzativo in vigore e dei controlli in esso contenuti, inserendo tutte le nuove fattispecie criminose nell’elenco dei reati presupposti.

Invero,  l’adozione di un adeguato modello organizzativo 231 consente alle imprese di essere esonerate dalla responsabilità conseguente alla commissione dei reati commessi in loro interesse o vantaggio, da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo delle stesse, nonché da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei suddetti soggetti, qualora forniscano la prova che l’organo dirigente ha adottato, ed efficacemente attuato prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quelli verificatisi.